venerdì 31 agosto 2012

S. COLLINS - Hunger Games; La ragazza di fuoco; Il canto della rivolta


Letta di filato in poche sere lo scorso Luglio, la trilogia degli Hunger Games è un fogliettone che pare scritto apposta per il cinema, con dentro tutti gli ingredienti che possono andare a genio al pubblico adolescente: l’ingiustizia del potere, l’amore contrastato dentro e fuori, la lotta per la sopravvivenza in un mondo che ha fatto dell’immagine la sua religione, la follia della politica, lo squilibrio nella distribuzione delle risorse, la perdita degli affetti familiari, la difficoltà di comunicare con i genitori, la testardaggine, il disincanto correlato alla crescita, i falsi miti del progresso, il difficile equilibrio nelle relazioni e negli affetti, il fascino della natura incontaminata e la tentazione della fuga in essa, la potenza evocativa dei simboli, il ruolo privilegiato della musica.
Il primo tomo è il migliore: ci sono tutte le idee e le invenzioni, viene presentato il tema dell’iper-pervasività dei media e dell’uso distorto che ne viene fatto per mantenere il potere, vengono introdotti i personaggi e si affronta il cuore del romanzo, gli Hunger Games appunto, come una novità. La seconda puntata è decisamente meno avvincente: i personaggi sono ripetitivi, si ripropone la faccenda dei giochi e del circo mediatico senza approfondire veramente, e anche il tema della rivolta armata contro il potere, scatenata dall’audacia della protagonista, appare scontato. La terza puntata recupera un po’ di ritmo e anche qualche idea interessante, che viene vanificata da un finale tra l’interlocutorio e lo sdolcinato, messo lì come se si dovesse proprio concludere e, insomma, concludiamo ma senza un vero perché.
A mio modesto avviso, si poteva tranquillamente riassumere il tutto in un unico tomo, senza menare troppo il can per l’aia e anzi risparmiando al lettore duecento o duecentocinquanta pagine invero noiosette.
La scrittura non mi è piaciuta per niente: scipita, poco ritmica, priva di eleganza, un compitino ben fatto e tanti saluti.
Certo, se gli attori che lo porteranno sullo schermo saranno sufficientemente carini e leziosi, ne verrà fuori un bel successo.
Mi ricorda un sacco di cose, tra cui cito in ordine sparso: P. Verhoeven Atto di Forza (con uno Schwarzenegger al meglio della sua forma); N.Jewison Rollerball; H.D. Thoreau Walden ovvero Vita nei boschi; un romanzo giapponese di cui non ricordo né autore né titolo, che lessi un paio di anni fa, e che NON è Battle Royale (comunque la storia era prevedibile come una predica alla messa di Natale, più di quelle della Collins - e ho detto tutto...); Guccini e i Nomadi Dio è morto; Tartarughe Ninja alla riscossa.

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